In America lo chiamano hindsight bias, ma noi lo chiamiamo semplicemente errore del giudizio retrospettivo.
Ma, ancora più chiaro dire :il senno del poi !
E’ uno dei tanti bias cognitivi da cui la nostra mente è “assediata”.
Inutile negarlo, a tutti noi accade di sentirsi Nostradamus, che dotati di chiaroveggenza, spesso usiamo frasi come queste: “….e pensare che me lo sentivo”, “lo sapevo che sarebbe successo, non poteva che andare così!”.
Ora, negatelo!
Chi si butta in nuove attività, oppure in progetti personali, in imprese non sempre facili, oppure in legami sentimentali, sa bene che può anche fallire. Eppure molti sono convinti che la loro impresa, il loro percorso sarà diverso, sarà vincente.
Ovviamente è possibile. L’ottimismo fa bene, ed il successo è lecitamente perseguibile, e raggiungibile.
Ecco che il bias del senno di poi, rivela la nostra tendenza a pensare che le cose vadano nel modo in cui in realtà avevamo previsto, anche se non è così.
Uno studio, dei tanti che per decenni si sono susseguiti, ha dimostrato sempre lo stesso risultato.
Mostriamo quotidianamente tutti quanti questo pregiudizio, ed in tutti i settori della vita. Le cose che ci accadono sembrano sempre identiche a come erano destinate ad accadere.
La spiegazione di ciò sta qui: nell’umana volontà di dare un senso al mondo.
In pratica, riteniamo sia confortante sapere che possiamo sempre prevedere cosa ci sta accadendo e perché.
Ma ” il senno del poi ” può diventare un problema quando non ci permettiamo di capire gli errori commessi.
Un modo per correggere il tiro, sta nel costringere le persone a giustificare i loro giudizi e pensare ai molti modi alternativi in cui le cose potrebbero andare.
E adesso che conosci come agisce, e su quali canali si basa il senno del poi, e sarai arrivato fino a qui, starai dicendo: “ovvio che il senno del poi funziona così!” ?
Buone vacanze a tutti!