Viviamo tutti sotto l’insegnamento che l’essere capaci di “resistere” sia segno di persone “coraggiose”. Ed il coraggio è sempre stato grande valore, specie quando si parla di sopportare i mali della vita, magari in silenzio, oppure nel tirare avanti situazioni, anche relazioni affettive solo “perché ormai”, oppure una occupazione che non ci gratifica o peggio, ci danneggia. Bene sapere che il coraggio non è masochismo, non è abnegazione, non è donarsi totalmente agli altri. I veri coraggiosi sono sì coloro che provano a superare gli ostacoli mettendocela tutta, ma sono anche coloro che rendendosi conto della impossibilità, sono anche capaci di dire “basta”.
L’essere umano è una macchina assai complessa, specie la mente, centro delle nostre elaborazioni.
E la mente è conservatrice per natura. Si tratta di “economia dell’informazione”, cioè quando le persone fanno tesoro della situazione in cui stanno, o si ancorano ad una credenza ( sia essa religiosa o educativa- culturale) in modo ossessivo e permanente, rendendo così difficile vedere la possibilità di effettuare dei cambiamenti.
Darwin diceva che “la specie più forte non è quella che riesce a sopravvivere o quella più intelligente, ma quella che si adatta meglio ai cambiamenti”. Non è il restare fermi, costretti a sopportare cose sgradite, o per noi forti e dannose, a renderci migliori verso noi stessi, perché è un errore. Questo non significa sbattere la porta, dare un calcio a tutto, e fuggire.
Questo significa ascoltarsi, e laddove non riusciamo a farlo da soli, perché vediamo montagne insormontabili, possiamo farlo con professionisti capaci, senza vergognarsi mai di chiedere aiuto.
Talvolta sforzarsi nel fare quel passo verso la chiarezza interiore, può essere quell’istante che cambia la vita, ed anche lo stato di salute. Perché tutto sempre si ripercuote all’interno di noi, creando situazione di stress. E lo stress fa male. E quindi premi F1.
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