È ormai evidente quanto il dominio dell’individualismo esasperato, dell’esteriorità, quindi del culto del corpo,nonchè l’ossessione per il sesso e per il successo, siano esattamente il rispecchio del nostro degrado sociale e valoriale. E se, da una parte, c’è l’eccesso di superficialità, dall’altra tutto ciò si associa al sempre più terrore della morte, perchè l’unica ed irrimediabile, inevitabile sorte di tutti noi. Oltre alla caduta vertiginosa di valori come la solidarietà, l’empatia ed il senso di responsabilità, nonchè la difficoltà ad impegnarsi in reali relazioni di coppia. Sono tutte considerazioni fondate per esperienza sul campo.
Il Narcisimo, ad esempio, è oggi un nuovo modello culturale.
Quello che poteva essere una caratteristica, o un latente comportamento presente in alcuni soggetti, si è un pò troppo rapidamente trasformato in un nuovo ( e pessimo) modello culturale. Questo grazie anche alla possibilità di mezzi che, oggi, permettono una diffusione capillare di immagini e messaggi che, in modo diretto o subliminale, tendono ad esaltare la bellezza fisica, incentivando la cura maniacale dell’apparenza,nonchè l’ostentazione continua, mirata ad esibire stati d’animo e stili di vita edonistici attraverso i social network, i selfie. Questo non da oggi, ne ricorderemo bene l’inizio con l’avvento dei social, ma anche generato, o meglio diciamo esaltato, da taluni programmi televisivi inneggianti al narcisismo spietato (come Uomini e donne, L’isola dei famosi). Questo a dimostrare quanto sia plasmabile la mente, l’apparato psichico umano, che segue come annebbiato, inerme, il corso di queste derive.
Per non parlare delle nuove patologie di derivazione narcisistica, quali ad esempio l’ortoressia (ovvero, l’ossessione per il mangiar “sano”) e la vigoressia (cioè, ossessione per il fisico perfetto), che ingrassa i centri di “remise en forme“. Non che prendersi cura di se stessi sia errato, al contrario! ma quando diventa una ” fissa”, sì, lo diventa. I disturbi legati alla autostima ed all’affettività, oltre al latente, subdolo, senso di depressione, legato al senso di inadeguatezza o estraneità psicosociale, che colpiscono soprattutto i soggetti più fragili, meno adeguabili al sistema indotto, specie chi affetto dismorfofobia, ovvero l’ossessione per un’imperfezione fisica percepita e spesso non reale (sentirsi sempre troppo grassi, per esempio, o credere di avere un naso anormale), denotano grande superficialità, fragilità emotiva.
La sindrome di Dorian Gray, che più che ad una sindrome assocerei a fenomeno sociale e culturale, va distinta dal disturbo narcisistico vero e proprio, perchè presenta aspetti molto presenti nella vita sociale di tanti di noi, oggi, e diventa per chi decide di soffrirne, motivo di disagio sociale ed individuale a volte anche grave.
Occorre tornare un pò indietro, anche senza rinnegare i social o le varie trasmissioni, ed iniziare a piacere e piacersi per quello che si è, cercando di condurre una vita sana, senza l’eccessivo ricorso ad integratori, cosmetici, farmaci e rimedi medici o chirurgici per perfezionare il proprio aspetto o combattere l’invecchiamento.
Oppure ricorrere all’uso immotivato di stimolanti sessuali e/o droghe per contrastare la preoccupazione sulla libido e/o l’efficienza erettile, o all’ interesse smodato per il sesso, con promiscuità sessuale e tendenza a ricercare pratiche sempre nuove e/o estreme che diano sempre più soddisfazione.
La sindrome di Dorian Gray, in genere si si evidenzia nella tarda adolescenza e nell’età adulta, in corrispondenza dei cambiamenti legati alla maturazione corporea, ma essendo ormai una società di Peter Pan, in attesa di crescere, ecco che la possiamo ritrovare anche in età adulta. Ed è un danno, specie se si hanno famiglie, e/o figli da coltivare e rendere adulti consapevoli.
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